La collezione frenologica, donata al Museo dall’Accademia di Medicina nel 1913, è composta dalle “teste frenologiche” di Gall, fondatore della disciplina, e del suo allievo Spurzheim e da calchi in gesso di crani e di teste di personaggi famosi (artisti, scienziati, militari, uomini politici, criminali).
Tra questi, si possono citare Raffaello Sanzio, Napoleone Bonaparte, il Principe di Talleyrand, il Conte di Cavour, Goffredo Mameli, Vincenzo Bellini, oltre a criminali famosi, come Giorgio Orsolano detto “la iena di San Giorgio”.
La frenologia
La frenologia fu di gran moda durante la prima metà dell’Ottocento e rappresentò un tentativo iniziale di localizzare anatomicamente le funzioni cerebrali. I frenologi ritenevano che le varie “tendenze, qualità morali e facoltà intellettuali”, presenti in misura diversa in ogni individuo, corrispondessero a un diverso sviluppo di parti del cervello e quindi della forma del cranio. All’esame esterno della testa, si credeva così di poter identificare “bozze” della benevolenza, dell’affettività, della combattività, della poesia, della stima di sé… L’analisi di teste e di crani di personaggi famosi serviva come base scientifica illusoria per l’identificazione di queste “bozze”.
I frenologi crearono in realtà una pseudoscienza, ma l’idea della localizzazione di certe funzioni cerebrali era un’intuizione geniale. A partire dal 1861, funzioni diverse da quelle da loro immaginate sarebbero state localizzate in particolari aree cerebrali (come quella del linguaggio).